Ora
capiamo.
Capiamo
cosa vuol dire lasciare un pezzettino di cuore da qualche parte.
Ok,
nei nostri viaggi abbiamo sempre lasciato un pezzettino di cuore in
qualche luogo, ma in questo caso l'isola si è presa di prepotenza
ben più di un pezzettino.
Un
viaggio nato per caso, all'ultimo minuto, complice una mail che
informava di voli a prezzi stracciatissimi e la voglia di scappare
dall'inverno milanese. Non ci abbiamo pensato un momento; abbiamo
recuperato dagli armadi l'abbigliamento estivo e siamo partiti.
Quattro
ore di volo ed eccoci a destinazione. Lanzarote.
Appena
messo il naso fuori dall'aereo capiamo subito che sarà
difficilissimo ripartire. Sono le sei del pomeriggio, il sole inizia
a tramontare e nell'aria c'è ancora il tepore del giorno, quello
stesso tepore che si può assaporare d'estate, quando il giorno
inizia a lasciare il posto alla sera e il tramonto colora il cielo di
arancione. Solo che siamo a gennaio, il che è abbastanza straniante
:D
Lanzarote
è la più a est delle sette isole che compongono le Canarie;
un'isola vulcanica, che i vulcani hanno plasmato a proprio
piacimento. L'ultima devastante eruzione, iniziata il primo settembre
1730, e durata sei anni, ha cambiato completamente la morfologia
dell'isola, che oggi è diventata riserva della biosfera dell'Unesco,
proprio per l'unicità dei suoi luoghi.
Gran
parte del territorio di Lanzarote è sotto tutela per preservare
queste caratteristiche di biodiversità, uniche al mondo. Si passa
dalle spiagge con acqua cristallina ai territori vulcanici, alle
grotte sotterranee e ai piccoli paesini immersi in un paesaggio quasi
extraterrestre.
Avevamo
a disposizione un paio di giorni abbondanti; abbiamo fatto una sorte
di elenco con le nostre tappe, non rispettato alla lettera, perché
ogni momento era un'occasione per fermarsi ad ammirare il paesaggio o
fare una deviazione.
Una
cosa la dovete però fare assolutamente. Noleggiare una macchina; la
rete di trasporti pubblici esiste, ma non avreste modo di esplorare
in lungo e in largo l'isola, perché i bus coprono solo i paesi
principali e in orari limitati.
Perdereste anche l'occasione di fermarvi in mezzo al nulla e farvi una foto esattamente in mezzo alla strada, con dietro i vulcani, perché tanto non passano macchine. Ci sarete solo voi nel raggio di chilometri e chilometri
La
Geira
Appena
messi in macchina e fatto qualche chilometro verso l'interno
dell'isola è arrivata la conferma di quello che avevamo visto
atterrando in aereo: il paesaggio è mozzafiato. I vulcani hanno
fatto quello che hanno voluto di questo poso, ma lo hanno fatto
veramente bene. La Geira si trova al centro dell'isola ed è
caratterizzata da una distesa a perdita d'occhio di terreno sabbioso
lavico, dove i contadini, pazientemente, hanno scavato delle buche.
In queste buche, al riparo dal vento, cresce la vite, che si
trasforma in un malvasia meraviglioso, che si può assaggiare nelle
cantine sulla strada. In realtà le cantine sono due, non potete
sbagliarvi; una di fronte all'altra, vicino a una minuscola chiesetta
sotto ad un grosso salice. Nient'altro nel giro di chilometri, solo
il nero del terreno, il blu del cielo e i vulcani sullo sfondo. Come
potete capire, già questa prima tappa aveva ripagato abbondantemente
il viaggio.
Parco
Nazionale di Timanfaya-Montanas del Fuego
Qui,
più che altrove si vede come i vulcani abbiano sconvolto l'aspetto
dell'isola. Crateri, lava solidificata, terra rossa, grigia, gialla e
presenza umana praticamente inesistente. Un paesaggio lunare che è
stato il set di Kubrik che qui ha girato alcune scene di 2001: Odissea
nello spazio.
Il
parco non si può visitare da soli, si entra in macchina, si
parcheggia e poi dei bus vi porteranno in giro lungo un percorso
predefinito, alla scoperta di questo luogo meraviglioso. Finito il
tour in bus ci sono due dimostrazioni su come il sottosuolo sia
ancora molto attivo. La prima avviene gettando delle sterpaglie in
una buca; la seconda versando un secchio d'acqua in una condotta
scavata nel terreno. Nel primo caso le sterpaglie prendono fuoco in
un attimo, nel secondo, l'acqua viene sparata in aria sotto forma di
geyser.
Ci
si può anche fermare nel ristorante El Diablo, progettato
dall'artista architetto César Manrique, natio di Lanzarote, che ha
dedicato la sua vita all'isola, creando dei luoghi che oggi sono
visitati da milioni di turisti.
Il
ristorante, con vista spettacolare sul panorama, offre piatti
cucinati sulla griglia che viene alimentata dal calore sotterraneo.
Se non volete fermarvi a mangiare potete anche solo sbirciare il
cratere dove sono poste le griglie :)
Playa
el Golfo-El Lago Verde
Un
paesino di poche case bianche in riva al mare e una spiaggia di
sabbia e ciottoli, completamente neri. E poi il blu dell'oceano; in
questo posto incantato si può prendere una birra o mangiare pesce
freschissimo in uno dei localini sul mare.
Spostandosi
di pochi passi da Playa el Golfo, attraverso un sentiero arrampicato
tra le scogliere si arriva in quello che è forse il posto più
emblematico di Lanzarote, ovvero El Lago Verde. Una spiaggia di
sabbia nerissima con alle spalle una laguna di acqua verde. Quindi
verde, nero e blu dell'oceano, che altro volere?
La
laguna si è formata quando un cratere vulcanico collassò, lasciando
entrare acqua marina. Il terreno vulcanico, ricco di sali minerali,
si combinò con l'acqua, creando un terreno fertile per la crescita
di alghe e microrganismi marini; ecco spiegato il colore verde.
Purtroppo la spiaggia era interessata da lavori, quindi non siamo
potuti arrivare a vedere la laguna da vicino; in ogni caso è
assolutamente proibito toccare l'acqua, per non alterare il delicato
ed unico equilibrio creatosi tra vulcano e mare.
Los
Hervideros
Sempre
all'interno dell'area del Parco Nazionale, si trovano Los Hervideros.
Immaginate il vulcano; un'eruzione che dura sei anni e milioni di
metri cubi di lava che cambiano il paesaggio dell'isola. Parte di
quella lava si è diretta verso il mare, lungo le scogliere creando
un paesaggio unico. Percorrendo le strade, praticamente scavate nella
lava, si può vedere chiaramente quello che era il terreno e poi uno
spesso strato si lava solidificata, su cui ora crescono pochi muschi
e arbusti.
In
un punto particolare di questa parte di costa si è creato un
fenomeno naturale unico; le onde dell'oceano si infrangono lungo
questo pezzo di scogliera, caratterizzato da intricate cavità
sotterranee create dall'erosione dell'acqua sulla lava. Il risultato
è un'esplosione di acqua, quasi un'eruzione vulcanica. Non dovete
assolutamente perdervi lo spettacolo; l'unica pecca è che è poco
segnalato, rischiate di passarci davanti e non notarlo nemmeno.
Salinas
de Janubio
Poco
lontano da Los Herviedos, si estendono per centinaia di metri, in una
laguna a pochi metri dall'oceano, le Salinas de Janubio. Una
scacchiera di vasche bianche riempie lo sguardo, mentre si passeggia
nelle saline, oggi in gran parte abbandonate, ma negli anni passati
uno dei settori trainanti dell'economia dell'isola.
I
forti venti che soffiano sulla costa spingono l'acqua del mare
direttamente della laguna, che poi viene convogliata nelle vasche e
lasciata evaporare, in modo da poter poi raccogliere i cristalli di
sale. Ad aggirarsi lungo i sentieri tra le vasche non si sente che il
sibilio del vento e qualche gabbiano in lontananza; si è circondati
da montagne di sale e bisogna stare attenti agli occhi. Noi ci siamo
andati quando il sole era a picco; il riverbero della luce sul sale è
molto forte e bisogna proteggersi gli occhi per evitare di rimanere
abbagliati. Sono molto belli da visitare anche quelli che una volta
erano gli stabilimenti di trasformazione del sale; bisogna solo stare
un poco attenti perché, appunto, abbandonati e non in buone
condizioni.
Per
fare le foto migliori alle saline c'è un punto panoramico, dove si
trova anche un piccolo ristorante bar, che vende anche il sale.
Fermatevi per una birra rinfrescante e godetevi il panorama. Noi lo
abbiamo fatto, era il 25 di gennaio ed eravamo in terrazzo, sotto al
sole in pantaloncini e maglietta. Avete capito perché poi abbiamo
fatto così tanta fatica a ritornare a Milano? ;)
Playa
Papagayo
Questa
spiaggia, giudicata una tra le 10 più belle spiagge al mondo, è
situata nella parte a sud dell'isola, sulla Costa del Rubicon. Oltre
a Playa del Papagayo di sono altre sei spiagge, tutte con sabbia
finissima e acqua cristallina; sono all'interno di un'area protetta a
cui si accende dopo qualche chilometro di strada sterrata e dopo aver
pagato l'ingresso per ogni macchina. Questo per finanziare le attività e la tutela dell'area protetta.
A
Playa del Papagayo sembrava di essere in pieno agosto; baretti,
asciugamani stesi a terra con persone alle prese con la tintarella ed
altre a fare il bagno. Ma era gennaio.
Ora,
il 99% erano inglesi, quindi abituati a fare il bagno in condizioni
proibitive, quindi abbiamo voluto testare l'acqua. Ecco, la stessa
temperatura dell'acqua in Liguria d'estate. Freschina, ma decisamente
piacevole. Ci hanno poi detto che la temperatura minima dell'acqua è,
durante tutto l'anno, di 20°; questo grazie alle correnti calde
provenienti dall'Africa e che lambiscono costantemente le coste di
Lanzarote. L'acqua di questa spiaggia è leggermente più calda
perché è dentro una specie di insenatura, quindi non è
direttamente mare aperto. Un motivo in più per concedersi un tuffo
in pieno inverno :D
Teguise
Nell'entroterra
si trova quella che è l'ex capitale dell'isola, Teguise. Un paesino
fuori dal tempo, tutto casette bianche con porte e finestre verdi.
Come tutte le case di Lanzarote. Sì, perché, per legge, tutte le
costruzioni devono essere dipinte di bianco ed avere infissi verdi,
in rari casi azzurri; questo per salvaguardare l'architettura tipica.
Teguise
è famosa per il mercato domenicale di prodotti tipici. Purtroppo noi
non siamo riusciti a vederlo, ma ci siamo consolati girovagando per
le viette del paese, costellate da tante piccole botteghe di
artigianato, dove abbiamo potuto assaggiare ed acquistare una
buonissima marmellata di cactus.
Per
le vostre visite nei paesi regolatevi con gli orari; ricordatevi che
le Canarie sono comunque Spagna, che ha orari molto diversi dai
nostri. Quindi non aspettatevi di trovare nulla di aperto prima delle
10 del mattino e considerate gli orari della siesta; stiamo parlando,
ovviamente dei piccoli paesi nell'entroterra. Sulla costa, nei posti
più turistici, non avrete nessun problema.
Jardin
de Cactus
Lasciando
Teguise e proseguendo verso nord si arriva al Jardin de Cactus, opera
di Manrique.
Quest'area
dell'isola è dedicata alla coltivazione dei cactus e qui Manrique
decise di costruire un giardino opera d'arte dedicato, appunto, ai
cactus.
Forse
è l'unica parte di Lanzarote dove non c'è vento, perché si tratta
di una sorta di anfiteatro scavato nel terreno, dove centinaia di
cactus diversi crescono lussureggianti. Il centro del giardino e
caratterizzato da vialetti e un piccolo laghetto, dove si può
passeggiare tra cactus enormi ed altri più piccoli, tutti curati
alla perfezione e segnalati con nomi e provenienza. Ai lati ci sono
dei terrazzamenti dove trovano alloggio altre specie e da dove si può
ammirare il giardino dall'alto. Nel punto più alto c'è un mulino a
vento da dove si può apprezzare il panorama migliore.
Caleta
de Famara
Questa
è la spiaggia più famosa dell'isola per gli appassionati di surf.
Tre chilometri di spiaggia con lo sfondo di un promontorio che si
getta ripido nel mare. Ci si arriva con una strada immersa nel verde,
per poi proseguire verso la spiaggia, facendosi strada tra le dune;
la strada c'è, ma le dune cambiano secondo il vento, quindi non è
raro fare dei rally nella sabbia.
Capiamo
perché questa spiaggia è famosa tra i surfisti; di fronte a noi si
apre l'oceano e le onde lunghe bagnano in larghezza tutta la spiaggia
dove si può fare una bellissima camminata o rimanere a guardare le
tante persone che prendono lezioni in una delle piccole scuole di
surf. C'è anche un piccolo paesino; poche casette bianche in riva al
mare con le strade immerse nella sabbia; non c'è scampo, con il
vento la sabbia la fa da padrone, ce la si ritrova ovunque.
Haria
La
parte nord dell'isola è completamente diversa da quella a sud, dove
le ultime eruzioni vulcaniche hanno fatto praticamente terra
bruciata. Qui la vegetazione è lussureggiante e Haria si trova nella
valle chiamata delle mille palme. E a guardarsi intorno si capisce il
perché...palme a perdita d'occhio su prati verdissimi.
Questa
piccola città pare uscita da un film western e vale la pena fare un
giro per il centro e fermarsi a mangiare qualcosa in uno dei
ristorantini che si trovano all'ombra degli alberi, sul viale
principale.
Cueva
de los Verdes
La
Cueva de los Verdes è una grotta che si è creata a seguito di
un'eruzione del vulcano Monte Corona. La grotta è il lungo tubo
lavico che la lava ha scavato sotto terra nel suo percorso verso il
mare.
Già
il percorso per arrivare al parcheggio merita la visita. Una distesa
di lava su cui è cresciuta della vegetazione molto bassa; quindi
tanto verde che contrasta con il nero sottostante e nient'altro a
perdita d'occhio. L'ingresso della grotta non è facile da trovare;
se vedete delle persone che spariscono all'interno del terreno allora
ci siete, avete trovato le scale che portano all'ingresso :)
La
visita guidata dura circa un'ora e vi conduce nelle viscere della
terra, alla scoperta di due gallerie, una sopra l'altra; tutto,
dall'illuminazione al sottofondo musicale, rende indimenticabile la
visita. Solo una piccola parte delle grotte è visitabile,
precisamente il primo chilometro, i restanti cinque non sono ancora
praticabili; lo sbocco di questa grotta sul mare e il Jameo de Agua,
che purtroppo non abbiamo fatto in tempo a visitare. La Cueva de los
Verdes, grazie al suo tunnel, denominato Tunnel d'Atlantide, che una
volta arrivato in mare sprofonda sotto il livello dell'acqua per
chilometri, è una delle grotte più grandi d'Europa e del mondo.
Nei
secoli passati queste grotte sono state utilizzati dagli abitanti
dell'isola per nascondersi durante le incursioni dei pirati; oggi la
sala principale, che può accogliere fino a mille persone, viene
utilizzata per organizzare suggestivi concerti.
Alla
fine della visita vi verrà mostrata una cosa molto particolare, che
però chiedono di non svelare, è un segreto. Non vi resta che
visitare anche voi la grotta ;)
Mirador
del Rio
A
nord si trova il punto più panoramico di tutta l'isola, il Mirador
del Rio. Una scogliera a picco sul mare dove si può ammirare un
panorama meraviglioso sull'isola Graciosa. Qui si trova un edificio
di Manrique, perfettamente integrato nel paesaggio, che ospita un
piccolo caffè ed una mostra.
Noi
ci siamo andati quando il sole iniziava a tramontare e tutto si stava
tingendo di arancione. Senza accorgercene siamo anche finiti in mezzo
alle nuvole, trasportate dal forte vento. Ah sì, il Mirador è a
quasi a 500 metri d'altezza, quindi siamo finiti letteralmente nelle
nuvole :)
Puerto
del Carmen
Qui
si trovano gran parte dei locali frequentati dai turisti, si ha
l'imbarazzo della scelta. Sul porto inizia una camminata di una
mezz'ora che parte dal molo, su cui si affacciano delle casette con
piccoli giardini costruiti sugli scogli e, dopo una scalinata in
salita, porta sulle scogliere che si lanciano nel mare. Tutto intorno
terra arida e le onnipresenti casette bianche, dei piccoli puntini
bianchi sprofondati praticamente nel nulla.
Fate
molta attenzione al sentiero, quando passa vicino agli strapiombi;
non è protetto e le folate di vento sono veramente potenti, meglio
prendere cautele e non avvicinarsi troppo agli strapiombi.
Arrecife
La
capitale moderna dell'isola dove si possono trovare locali,
ristoranti e molti negozi. Vale la pena la visita il Castello di San
Gabriel, un piccolo forte costruito nel 1573 su un isolotto e oggi
collegato alla terra ferma con due ponti; serviva a difesa della
città dagli attacchi provenienti dal mare.
Ci
si può poi rilassare facendo una passeggiata sul lungomare e fare
shopping o fermarsi sulla bianca spiaggia all'ingresso della città e
fare un tuffo veloce.
Questo
è il nostro racconto di due giorni e mezzo a Lanzarote; purtroppo
non siamo riusciti a vedere tutto quello che volevamo, una selezione
andava fatta. Ma con i posti che abbiamo visitato ci siamo
innamorati, anche solo per i paesaggi che ti riempiono la vista ed il
cuore. Un'isola aspra, modellata dai vulcani, ma così piena di
contrasti e bellezza che non può che far innamorare.
Il
video che avete visto a inizio post lo abbiamo girato noi; ci siamo
detti...abbiamo un cellulare che fa delle belle riprese, perché non
approfittarne? Il tutto è stato poi montato dalla bravissima Alba.
Se volete dare un occhio ai suoi lavori li trovate qui :)
Nessun commento:
Posta un commento